Interviste

Intervista #2 di Yvaine del blog www.ilpozzodeisussurri.blogspot.it

Ciao Alessandro! Benvenuto sul mio blog e grazie per aver accettato di fare due chiacchiere con me e con i Folletti che mi seguono numerosi! ^^
Come prima domanda chiedo anche a te di presentarti ai miei lettori, per conoscerti meglio 😉
 Ciao Yvaine (e folletti!)! Descrivermi, mica facile ma ci provo. Nato e cresciuto in quel di Firenze (anche se dicono che non si sente affatto, sarà…),  non sono esattamente la persona più socievole del mondo anzi, sono stato sempre piuttosto introverso o almeno mi ci è sempre voluto un po’ per sciogliermi. 
Per il resto ho parecchi interessi, dalla lettura ( anche se di rado leggo fantasy) all’animazione, una laurea in design (sulla seconda, in architettura, ci devo lavorare) e una gatta.
 Se non ho capito male il nome che compare sulla copertina è il tuo pseudonimo e, siccome sono una ragazza curiosa, non posso astenermi dal chiedertelo: come mai hai scelto di pubblicare con questo nome?
 Fin da piccolo avrei voluto cambiare nome a dire il vero, giusto perché il mio mi è sembrato sempre un po’ banale. Poi non mi ha mai fatto impazzire l’idea che chiunque, 
conoscendomi, possa indicarmi e dire “ha scritto un libro”. Sinceramente penso sia più interessante leggere una storia (possibilmente bella) a prescindere da chi l’abbia scritta. Da qui lo pseudonimo.
Da dov’è nata l’ispirazione per “L’Ombra del Tiranno” e l’intera saga? Quanto tempo hai impiegato per scrivere e revisionare il libro?
(Sospiro) è difficile dire da dove tutto è nato. Anni fa avevo in mente una storia ma sentivo che le mancava qualcosa, non trovavo l’inizio adatto forse. 
Poi ho fatto un sogno che mi ha particolarmente ispirato per creare la scena iniziale e da lì molti pezzi sono andati a posto da soli. 
Non nascondo che comunque la storia nel suo complesso sia anche frutto di anni di dedizione e di parecchie notti in bianco. 
Per scrivere “L’Ombra del Tiranno” ho impiegato su per giù quattro anni, sottoponendolo a numerose riletture durante il percorso e correggendolo via via.
 Una delle cose più divertenti che ricordo in proposito alla stesura era scrivere durante le ore di lezione alle superiori!
Passiamo quindi alla quarta domanda in cui vorrei chiederti se ti va di fare un piccolo giochetto: sapresti descrivere il tuo libro con una canzone? Ce n’è una particolare che ti riporta alla mente la tua storia? Perché?
Questa domanda non me la aspettavo! Direi proprio di sì comunque, “Bad Day” di Daniel Powter. Al di là del testo credo sia più che altro la melodia a farmela identificare. 
Figurati che anni fa, quando l’ascoltavo, vedevo tutta la storia del primo romanzo come se fossero spezzoni di un film.
Spesso, chi scrive, mette parte di sé o della sua vita in ogni personaggio, luogo o oggetto descritto nel proprio libro. Con quale dei tuoi personaggi hai più affinità? 
Come giustamente dici, ciascuno mette parte di sé in ognuno dei personaggi e credo che la risposta scontata sarebbe “il protagonista” (un po’ come dire che l’assassino è il maggiordomo) . 
Personalmente però mi vedo più nel Maestro Dovan perché rappresenta il me più attuale e maturo ma al tempo stesso una figura adulta che non è infallibile ma che impara dai propri errori.
Cos’è per te la scrittura e quando hai cominciato a coltivare questa passione?
La scrittura è per me essenzialmente un atto di amore, donare agli altri parte di se stessi, una continua tensione tra il dare e il ricevere.
Fin da piccolo ho sempre covato il desiderio di scrivere qualcosa, non mi vergogno a dire che, in tempi non sospetti (Dan Brown era un illustre sconosciuto ancora), avevo in mente di scrivere a proposito del Santo Graal, qualcosa del tipo “Indiana Jones e l’ultima crociata” .
Quando decidiamo coraggiosamente di scrivere un libro è importante non solo la nostra costanza e la fantasia, ma anche il supporto altrui. Chi è stato il tuo primo fan, la persona che ha seguito passo dopo passo la realizzazione del tuo libro d’esordio e ti ha sostenuto in ogni momento?
So che probabilmente questa risposta mi cara costerà (perché la diretta interessata la leggerà sicuramente) ma correrò questo rischio sprezzante del pericolo. Una mia carissima amica, anche lei scrittrice (M. Elena Gattuso, autrice de “Il ragazzo del Destino”, edizioni il Ciliegio), negli anni ci siamo supportati, letti e commentati a vicenda e lo facciamo anche adesso.
E adesso passiamo alle domande un po’ più generiche su questioni che mi incuriosiscono e che mi interessano, e spero che possano essere utili anche per chi sta leggendo. Su siti, riviste, blog e quant’altro spesso si legge dell’eterna lotta tra romanzo e racconto; c’è chi sostiene che sia più difficile scrivere uno piuttosto che l’altro. Qual è la tua personale opinione a riguardo?
Sinceramente non mi sono mai posto il problema. Ammetto di essere sempre stato uno scribacchino prolisso, probabilmente inadatto a scrivere racconti autoconclusivi (e brevi).  Il mio interesse, al di là della storia, è quello di approfondire i personaggi e il loro comportamento, come interagiscono tra di loro e come affrontano e risolvono le difficoltà. 
Credo quindi che sia una scelta dettata più che altro dalla naturale propensione.
Come procedi per la stesura del tuo libro? Ti lasci trasportare dall’ispirazione e scrivi di getto o resisti all’impulso e prima ti organizzi il lavoro?
Come nel caso dell’insonnia, devo dire che le ho provate di tutte nel corso degli anni. Diciamo che conoscendomi piuttosto bene ho trovato infine il mio modus operandi. In pratica so quello che è necessario che accada ai fini della trama e lo tratto senza concedermi troppe libertà al contrario capita spesso che mi lasci trasportare nello scrivere i dialoghi.  Diciamo che preferisco immergermi nella storia e provare a immaginare cosa potrebbero dire o pensare.
Come ho scritto sopra nelle informazioni generali del libro, la saga è composta da sei libri, correggimi se sbaglio. Immagino che quindi sarai molto impegnato con la stesura del secondo libro, ma voglio comunque provare a porti questa domanda: hai già altri progetti futuri in mente? O hai cercato di reprimere l’ispirazione per nuove storie, convogliando tutta la creatività e la fantasia solo sulla saga de Le Pietre di Talarana?
Piccolo spoiler, ho finito il secondo romanzo qualche settimana fa e al momento è in fase di attenta rilettura. In teoria il terzo romanzo è nella fase di pre-produzione, 
sto raccogliendo tutte le idee che nel corso degli anni ho accumulato e registrato (ho da sempre la fobia di scordarmi qualcosa di importante quindi appunto tutto anche più di una volta nelle agende). 
Venendo alla seconda parte della domanda ammetto che di idee nel corso degli anni me ne sono venute parecchie ( una o due riguardano il fantasy, un’altra narrativa). 
L’esperienza mi ha insegnato però a concentrarmi su una cosa alla volta, non tanto perché creda meno nella validità delle altre storie, più che altro perché completare questa saga è diventata una sorta di missione. 
Bene, la nostra intervista sta per concludersi, ma non posso lasciarti andare senza averti posto la consueta domanda che rivolgo sempre ad ogni autore! C’è qualche consiglio che vorresti dare a chi vorrebbe diventare scrittore?
Leggete, tanto. Ricordo con molto affetto una mia professoressa al liceo che sosteneva che non si può saper scrivere senza prima essere buoni lettori. 
Non importa cosa leggiate, l’importante è farlo, diceva. Credo di aver fatto mio questo motto nel corso degli anni ed è quello che mi sento di consigliare in generale (non solo agli aspiranti!).
Siate fantasiosi, più che potete. La fantasia è un dono innato che tutti noi (chi più, chi meno) abbiamo. Quando scrivete dovete stupire il lettore, colpirlo proprio al centro di questo meraviglioso dono che possediamo.
 Trattenetevi dall’ispirarvi, dal copiare e dal cavalcare l’onda del momento, se amate davvero ciò che fate. Colgo l’occasione per ringraziare nuovamente Yvaine per la bella esperienza (mi piacciono le interviste!) e tutti coloro che la leggeranno.
Folletti, questa era l’ultima domanda! Spero che l’intervista vi sia piaciuta e abbia dato nuova fiducia a quegli aspiranti scrittori che un po’ l’avevano persa! 😉
E a te, Alessandro, ti devo un enorme grazie per essere stato così disponibile e gentile e per avermi dato l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere con te! ^^
In bocca al lupo per la tua carriera di scrittore e per la vita in generale! 🙂
Yvaine

Intervista #1 di Rose Mary del blog www.folliedilibri.blogspot.it

Intervista all’autore Alessandro H. Den

R: Ciao Alessandro e benvenuto nel blog Follie di Libri! Iniziamo subito con la prima domanda, la più scontata: come è nata la storia de “L’Ombra del Tiranno”?

A: La storia è nata tanto tempo fa, più o meno correva l’anno 2002. All’epoca avevo scritto un embrione della storia ma non avevo i mezzi sufficienti per iniziare un’avventura che non sapevo dove mi avrebbe portato. Se non sbaglio ( ma non ci giurerei) i personaggi iniziali esistevano già tutti ma il tema doveva essere la ricerca di Atlantide. La svolta è avvenuta nel 2003 quando ho avuto la fortuna di sognare l’inizio del libro. Al mattino, con la mente fresca ma poco lucida ho iniziato a scrivere. Riassumendo direi che è stato un parto piuttosto felice.

R: Domanda n.2: So che sta per essere sfornato il secondo libro della saga. Puoi svelare ai lettori qualche anticipazione a riguardo? Quanti volumi sono in cantiere?

A: Vedo che sei ben informata! Parto dall’ultima domanda così lascio gli spoiler per ultimi. I romanzi dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) essere sei, anche se all’inizio credevo sarebbero stati in un primo momento tre e poi quattro. Diciamo che la storia è cresciuta e si è evoluta abbastanza per essere condensata in soli tre libri.
Riguardo la prima parte della domanda…Come ogni fantasy che faccia parte di una saga è stato necessario creare suspance e aspettativa (che di sicuro non mancheranno), cercando di non creare uno stacco brusco rispetto al primo romanzo e di mantenere invariata l’atmosfera. Per tutti coloro che sono curiosi di sapere di più sul passato di alcuni personaggi ci saranno parecchie sorprese! Stop agli spoiler direi!

R: Domanda n.3: Ultimamente il genere fantasy sta subendo diverse diramazioni, con il rischio di voler catalogare i libri in generi e sottogeneri che poco hanno da spartire tra loro. Cosa ne pensi a riguardo e in che ambito collocheresti L’Ombra del Tiranno?

A. Personalmente sono poco incline a cercare la definizione esatta nell’intricato groviglio dei sottogeneri, per me L’Ombra del Tiranno e, per estensione, la saga, fanno parte del genere Fantasy. Mi è capitato di leggere alcuni pareri contrastanti riguardo all’impiego della tecnologia nei romanzi fantasy, personalmente da appassionato di Final Fantasy credo ancora che il classico cappa e spada, la magia e la tecnologia possano convivere perfettamente tra le stesse pagine.

R: Domanda n. 4 Qual è il tuo rapporto con la scrittura e quali sono i tuoi autori preferiti?

A: La scrittura per me è amore. Non la definirei passione, hobby o quant’altro. Ho sempre visto questa attività come uno slancio affettivo, un dare ed un ricevere reciproco con se stessi, qualcosa che nessun’altra cosa nella quale mi sono impegnato (nemmeno lo studio) hanno saputo darmi. Di autori preferiti ne ho parecchi ma ti assicuro che solo due scrivono fantasy! Asimov, Simmons e Adams per la Fantascienza, Le Guinn e Rowling per la narrativa Fantasy, Ken Follet, Wilbur Smith, Deaver per i thriller. Tengo a sottolineare il fatto che ho un occhio di riguardo per un’altra autrice esordiente, Maria Elena Gattuso e per la sua opera prima, Il ragazzo del Destino. Se l’autrice sta leggendo questa intervista è pregata di non urlarmi qualcosa contro ^^.

R: Tranquillo, l’autrice è per il momento impegnata a intervistarti, perciò ha deciso di rimandare le urla contro la pubblicità occulta a un secondo momento. Domanda n. 5: Quando la saga sarà terminata, hai in mente di scrivere altre storie o ci stai già pensando?

A: Negli anni di storie me ne sono venute parecchie in mente ma per scaramanzia non ne ho mai iniziata nessuna (anche se esistono alcune eccezioni che confermano la regola). Nei vari progetti esistono alcuni prequel non ben specificati per la saga che attualmente sto scrivendo che andrebbero a coprire un arco temporale molto ampio.
Cambiando del tutto genere letterario è parecchio tempo che mi frulla in testa l’idea di scrivere qualcosa di pura narrativa, a dire il vero mi è capitato di iniziare a scriverlo in un periodo di aridità letteraria dovuto a sua volta da un periodo non particolarmente felice della mia vita. Adesso sto pensando di riprendere il testo in mano come momento di pausa e riflessione prima dell’inizio della stesura del terzo libro.

R: Domanda n. 6: Come avviene la creazione di un personaggio?

A: A dire la verità può sembrare piuttosto strano ma ho sempre cercato di creare personaggi che si adattassero alla situazione in cui erano immersi. Cerco di spiegarmi meglio: per quella che è la mia esperienza ho sempre evitato di creare ex nihil personaggi che non fossero funzionali o utili in qualche frangente o che dovessi adattare forzatamente alla storia. Per quanto riguarda il carattere e le loro caratteristiche difficilmente mi capita di ispirarmi a qualcuno in particolare, in questo caso lascio che sia la narrazione a guidarmi, dando loro libertà di muoversi e di pensare come meglio credono.
La parte più divertente sono i nomi che, di norma, vengono quasi da ultimo. Non nascondo che alcuni siano stati quasi tirati con i dadi mentre altri celano invece qualche aneddoto o qualcosa di umoristico.

R: Domanda n. 7: Quando hai deciso di puntare sull’autopubblicazione e cosa ne pensi dell’editoria italiana al giorno d’oggi?

A: Me lo ricordo come se fosse ieri. Scherzo, è stato il 21 giugno (2012 n.d.r.), data che considero un po’ magica e di buon auspicio, almeno per il momento così è stato. L’autopubblicazione non è stata una scelta obbligata ma ero dell’idea che dopo ben quattro anni di ristagnamento
Il mio romanzo meritasse una chance di qualche tipo. L’editoria italiana non è sicuramente un mondo nel quale è semplice entrare (soprattutto se consideriamo la grande editoria), tantomeno spiccare. Non conoscendo adeguatamente le dinamiche e i meccanismi che lo muovono non posso permettermi né di condannare, né tanto meno di santificare. L’unica critica che mi sento di muovere, più che altro una preghiera, è cercare di dare una visibilità maggiore agli autori nostrani piuttosto che tradurre ogni romanzo “clone di…” che arriva dall’America. Sarebbe un segnale forte che sono sicuro spingerebbe molti aspiranti scrittori a raccontare e inventare storie con la propria testa, non basandosi sulla linea tracciata e percorsa già da innumerevoli altri.

R: Domanda n. 8:  So che è attiva una catena di lettura del libro. Come si partecipa?

A: Semplicissimo. Basta registrarsi sul sito anobii.com che consente agli autori emergenti di farsi conoscere da tantissimi potenziali lettori tramite i numerosi gruppi – Terra di altrove, due chiacchiere con gli autori, Catene di lettura – giusto per citarne alcuni e organizzare così catene di lettura, utilissime per ricevere critiche, pareri diversi e perché no, anche spunti, appunti e consigli per correzioni da apportare all’opera. Altrimenti basta cercare L’Ombra del Tiranno su facebook all’indirizzo facebook.com/LOmbraDelTiranno, mettere mi piace e segnalare la vostra adesione per essere messi in lista!

R: Domanda n. 9 Una frase o citazione del libro che possa spingere i lettori a comprarlo:
A: Sono molto attaccato al canto che si trova proprio all’inizio del romanzo e che, per così dire, ne fa una velocissima panoramica.

“Sotto una Volta del cielo nemica,
una nera processione inneggia alla Bestia Antica,
Niente del mondo dovrà restare
Quando il Nostro Signore riuscirà a tornare,
Anche gli Angeli dal cielo inchinarsi dovranno
Quando sulla terra si allungherà l’Ombra del Tiranno”

R: Domanda n. 10: C’è qualcos’altro che vorresti aggiungere?

A: Vorrei ringraziare tutti quelli che non hanno mai smesso di crederci e che adesso stanno leggendo il romanzo e desidero inoltre ringraziare te per aver deciso di intervistarmi così inaspettatamente, cogliendomi quasi ( e felicemente!) alla sprovvista. In sintesi, mi son divertito un sacco e spero possa arrivare presto l’occasione giusta per invertire i ruoli! 

R: Ringrazio l’autore per la sua disponibilità e vi lascio con un’altra frase tratta dal libro “L’Ombra del Tiranno”:

“Cime di monti,
Colli lontani,
Gemiti di pianti,
Raggi diafani.
Il vento del mondo ha cambiato il destino.
Mai più di un uomo è certo il cammino.”
(Intervista a cura di Rose Mary)

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